E nel pensare all’amor più grande che risuona nel cuore, in me,
io penso alla vita.
Penso alla vita, e alle tante forme che la vita, al di fuori di me, assume.
Perchè c’è una vita in me, lo so, è così,
e c’è una vita intorno me, lo so, è così.
E penso alle creature, che sono questa vita, e tra queste creature, penso
Alla bianca pennellata che giù, di tanto o spesso, attraversa i cieli.
Penso a te,
a te gabbiano che tanto ti han poetato,
che tanto ti han ammirato.
Non per quello io oggi mi rivolgo a te,
ma per sentimenti imperituri, antichi ed eterni.
Perchè se nei tempi – nei miei – che da quando apersi gli occhi,
a quando oggi, ricordo;
se nei miei tempi, io a quelle distanze son radicata,
in quelle immense grandezze io so mi si apre il respiro, mi si riempie il cuore;
se così è, a te mi rivolgo.
A te perchè di ali un po’ tutti parliamo,
sulla bocca di ognuno quest’ali un po’ stanno.
Ma non è per le ragioni di tutti che oggi io qui, mi rivolgo a te, gabbiano.
Parlo con te perchè nei miei tempi, io so, che nel vivere tu, hai compreso ciò che conta.
Solchi i cieli, suoi tuoi mari, e vorrei dirti che se pensassi io un giorno, di essere altra cosa, penserei io a te.
Perchè se oggi,
se qui,
se sempre,
nei miei tempi;
io su queste sabbie,
tra queste acque,
in questo sale,
sono tanto stata, e solo senza,
inizio a volere queste sabbie, queste acque e questo sale;
allora credo che una creatura che abbia le ali, e quindi voli, e quindi senta il gioco delle correnti che la portano ora ad est, ora a sud,
allora credo che una creatura che viva tutto questo
sia una creatura da voler essere.
Ed è per questo che alla fine, stasera, tra le mie righe e i miei sorrisi,
tra i miei pensieri e il mio parlare,
mi rivolgo a te.
Perchè se tutto è cosi com’è, nei miei tempi,
se così è,
allora, se ognuno sceglie l’animale che vorrebbe essere in sè,
allora probabilmente io sceglierei te.
Aurora V. W.
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